Sumud: cura e resistenza in Palestina. Intervento di Samah Jabr presso l’Università di Bologna

Pubblichiamo la trascrizione tradotta dell’incontro Sumud: Cura e Resistenza organizzato da Forlí Cittá Aperta e il Collettivo Studentesco per la Palestina Forlí il 18 marzo 2025 presso l’Universita di Bologna.

Recentemente ha scritto del concetto di solastalgia, un termine conosciuto in Occidente nell’ambito della salute mentale e della psicologia ambientale. Tuttavia, lei lo applica alla distruzione della terra in Palestina. Perché la terra è così importante per la salute mentale del popolo palestinese?

Il termine solastalgia da solo non basta a racchiudere la complessità della condizione esistenziale e psicologica vissuta dal popolo palestinese nella propria terra. Piuttosto, può essere inteso come un punto di partenza, un’estensione concettuale che comprende solo una parte di una realtà ben più articolata.

Il popolo palestinese subisce un trauma profondo e continuo: non solo quello provocato dalla violenza fisica diretta, ma anche quello inflitto dalla deumanizzazione sistemica e dalla diffusione di rappresentazioni negative e stereotipi culturali. A questo si aggiunge un dolore meno visibile ma altrettanto lacerante: l’ulteriore dolore legato alla distruzione e alla privazione del legame con la terra. Le popolazioni native comprendono questo dolore in modo particolare, perché vivono una relazione simbiotica con il territorio.

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Contatto 2025 – Pavia

Dal 23 al 25 maggio 2025 torna Contatto, il Festival della Brigata Basaglia, giunto alla sua quarta edizione. Quest’anno ci ritroveremo dal 23 al 25 maggio a Pavia e a ospitarci sarà RadioAut per tre giornate di laboratori, discussioni, incontri, arte, musica, lotta.
In più, due serate in Cascina Torchiera a Milano il 22 e il 26 maggio.

Non vediamo l’ora di vederci!

Un sentito ringraziamento per la splendida locandina, opera della talentuosissima @maddi_artpilot

Radio Aut è in via Faruffini 4, Pavia. – INGRESSO CON TESSERA ARCI.
Cascina Torchiera è in Piazzale del Cimitero Maggiore, Milano.

PROGRAMMA

GIOVEDÌ 22 MAGGIOpresso Cascina Torchiera senz’acqua, Milano

19.00 – Voci della resistenza da Abya Yala. Popoli originari dell’America Latina in lotta per l’autodeterminazione comunitaria e contro gli Stati coloniali con Graciela Painelaf, Wallmapu, Lawentuchefe del lof Nahuelpan, guaritrice tradizionale Mapuche con conoscenze sulle piante e su altre forze ed energie della natura che aiutano a ripristinare l’equilibrio perduto; Heriberto Paredes, giornalista indipendente che accompagna la comunità di Santa María Ostula, situata nello stato messicano di Michoacán; Red Internacional en defensa del Pueblo Mapuche.

VENERDI’ 23 MAGGIOpresso RadioAut, Pavia

17.00 – Introduzione al festival

17.30-19.00 – TAVOLO: Pavia fa malissimo, cronache di una città che muore e di chi lotta per tenerla in vita con ARCI Radio Aut, Collettivo Thawra, Polisportiva Popolare Pavese, Associazione Karama, 

19.00-20.00 – Presentazione della mostra fotografica Una Mattina a Jenin di Alessia Galli e Michela Chimenti

19.30-21.30 – Proiezione del docufilm Corpi Docili (‘56) prodotto all’interno del laboratorio teatrale Uomini Senza Barriere nella Casa circondariale Torre del Gallo di Pavia. A seguire dibattito aperto con Stefania Grossi, curatrice del laboratorio.

19.00-22.00 Cena popolare

21.30- 00.00 – TECHNOLINEA CHIAMA (deneb B2B Giacomo Bellezza) – djset Hypnotic & Deep Techno

SABATO 24 MAGGIOpresso RadioAut, Pavia

10.00 – Colazione consapevole 

11.00-12.30 – TAVOLO: Gli ambulatori popolari: pratiche di cura dal basso per una salute collettiva con Ambulatorio Popolare Roma Est, Villa Medusa Casa del Popolo (Napoli), Clinica Popolare Azadì (Padova), AmbulatoriAME (Milano), Scuola popolare Alice e operatori del CSM di Gorizia (Trieste).

11.30 -12.30 – Laboratorio-gioco per scrivere senza prenderci troppo sul serio! a cura di Versi Scatenati

12.30 – 14.00 – Pranzo resistente 

14.00-15.30 – TAVOLO: La città che esclude: criminalizzazione del dissenso e repressione territoriale con Quarticciolo Ribelle (Roma), Laboratorio Politico Iskra (Napoli), Cripsy (Padova), Comitato Free Gino, Smash Repression.

16.00-17.30 – TAVOLO: CPR, istituzioni totali. Nuove frontiere del movimento anti istituzionale con Rete NoCPR, Lorenzo Figoni, NAGA e Gabriele Cammarata

17.30-19.00 – Accedere a se stessx a cura di Ippolita – a partire dal libro Hacking del sé 


19.00-20.00 – Haiku senza Haiku, presentazione del progetto e letture a cura di Versi Scatenati

19.30-21.30 – Cena rivoluzionaria

21:30-23:00 Con poco tatto – stand up comedy con Laura Pusceddu, Gianluca Bolsieri, Marco Moretti, SPECIAL GUEST Le Recensioni non richieste

23.00-00.00 – Esco di rado, live acustico con Errico Canta Male 

DOMENICA 25 MAGGIO

10.00 – Colazione consapevole 

10.30-11.30 – Frittelle contro il DDL

10.30-12.30 – Global Palestine Kite Day: laboratorio di costruzione aquiloni per Gaza

10.30-12.30 – Laboratorio di Progetto PASSI – sessione di movimento dinamico, simbolico, collettivo: uno spazio di connessione e cura attraverso il gruppo e il piacere del movimento. 

11.00-12.30 – Presentazione del libro Socialmente pericoloso, storia di un ergastolo bianco di Luigi Gallini con il Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud

12.30-14.30 – Pranzo resistente 

14.30-16.00 – TAVOLO: Quando l’impossibile diventa possibile: buone pratiche in salute mentale con Annamaria Accetta (Pratiche dialogiche), Giovanni Rossi (Club SPDC No Restraints), Paolo Cozzaglio (Uditori di voci), Scuola popolare Alice e operatori del CSM di Gorizia (Trieste) e Idee in Circolo (Modena). 

14.30-16.00 – Presentazione libro Rompere il gioco di Fabrizio Acanfora

16.30-18.00 – TAVOLO: Scuola – Come stiamo? Come resistiamo? con Asilo Pirata Autogestito Soprasotto (Milano), Collettivo Assenze Ingiustificate (Brescia), Rete Educare alle Differenze, Assemblea Precaria Universitaria (Milano), Giuseppe Dambrosio (filosofo e pedagogista), UDS.

16.30-18.00 – Presentazione zine: Gestione delle crisi, costruzione di una zona silenziosa e pratiche di mutuo aiuto con Neuroqueer

18.30 – Plenaria finale

La mostra fotografica Una mattina a Jenin sarà visitabile per tutta la durata del festival

Negli spazi del festival troverai banchetti di: magliette e autoproduzioni Brigata Basaglia, selezione di testi della Libreria Antigone, casa editrice indipendente Agenzia X, Rapazebù (neurodivergente in fissa coi filati) e IUCU Pavia: ridai vita ai tuoi libri. 

Pasti vegetariani e vegani.

PRENOTA IL TUO POSTO PER I LABORATORI SCRIVENDO A:

IG @brigatabasagliapavia MAIL basaglia.pavia@gmail.com

LUNEDI’ 26 MAGGIO — presso Cascina Torchiera senz’acqua, Milano

19.30 • cena popolare e Tavolo su salute mentale e uso di sostanze (inviti in aggiornamento)

Il Galeone in tempesta

Condividiamo con profonda tristezza e rabbia il comunicato di Casa Galeone. Un luogo ricco di storia e affetti e che ci ha ospitato più volte. Un luogo libero e in ascolto, dove come Brigata Basaglia abbiamo potuto condividere riflessioni e punti di vista insieme alle nostre compagne e compagni della rete antipsichiatrica.

Questo sfratto-sfregio è l’ennesima conferma (di cui non avevamo bisogno) di quanto infame e insensato sia il modo di vedere e vivere il mondo di chi ha voluto a tutti i costi la fine di questa esperienza. L’ennesima misera vittoria di un modello basato su questa logica prepotente, che mercifica la vita e calpesta la dignità altrui, condannando il tessuto sociale all’ulteriore inaridimento e il suolo agricolo all’ennesima desertificazione predatoria, nel tentativo di cancellare ogni forma di cura.
In un mondo così distorto, è sempre chi opprime a dettare legge, mentre chi resiste viene sfrattato.

Auguriamo alle nostre compagne e compagni di Casa Galeone lunga vita. Non saremo silenziat* o cancellat* da questi mediocri.

IL TRAUMA PSICOSOCIALE di Martin Barò, traduzione di Rocco Canosa

foto dal web

Premessa

Ero in Nicaragua nell’autunno del 1990 in missione in qualità di esperto in salute mentale, per conto della Cooperazione Italiana Governativa. Nel febbraio dello stesso anno i sandinisti avevano perso le elezioni e si era costituito un Governo di Unità Nazionale guidato da Violeta Chamorro, ben visto dagli Stati Uniti. Si respirava, però un’aria triste. A causa della sconfitta, inattesa, molti componenti del Fronte Nazionale di Liberazione “Augusto Sandino” erano depressi, fuori da ogni gestione degli apparati amministrativi. Nello stesso tempo infuriava ancora la guerra civile nel vicino Savador, che si stava acuendo dopo il fallimento dell’offensiva del 1989 realizzata dal Fronte Liberazione Nazionale “Farabundo Martì”. Nel novembre del 1989 c’era stato l’assassinio di sei frati gesuiti, tra cui Martin Barò, docente di Psicologia presso l’Università Centroamericana (UCA), ad opera di un plotone delle Forze Armate Governative: un episodio che scosse la comunità internazionale, la quale chiese la fine della guerra, conclusasi poi nel 1992.

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Tavolo internazionalista, i testi dell’incontro “Prendersi cura del mondo, attraversare la catastrofe” del 24.3.2024

ITA

Il presente testo raccoglie gli interventi condivisi durante l’incontro internazionalista Prendersi cura del mondo, attraversare la catastrofe organizzato dalla Brigata Basaglia il 24 marzo 2024.

ESP

Este texto recoge las intervenciones compartidas durante el encuentro internacionalista Cuidando el mundo, a través de la catástrofe organizado por la Brigata Basaglia el 24 de marzo de 2024.

ENG

This text collects the interventions shared during the internationalist meeting Taking care of the world, through the catastrophe organized by Brigata Basaglia on March 24, 2024.

Creative Commons: Quest’opera è soggetta alla licenza Creative Commons “ATTRIBUTION – NONCOMMERCIAL – NODERIVATIVES”: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.en

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19.10: Presentazione libro – Milano

Galleria Eroici Furori, via Melzo 30, 19 ottobre ore 17.00

Presentazione del libro: “”Psicologia della Resistenza”” di Gianpaolo Contesabile (2024, Effequ: https://www.effequ.it/saggi-pop/psicologia-della-resistenza/)
L’autore sarà in dialogo con Maddalena Fragnito, artista, attivista e ricercatrice (Ecologie della cura, 2021 / Cure ribelli, 2019).

L’iniziativa è promossa da Brigata Basaglia che dal 2020 opera sul territorio di Milano (e oggi anche di Pavia e Firenze) riportando centralità alla cura e alla salute (anche psicologica) come propulsori chiave del cambiamento sociale e della generazione di comunità. Superando il modello clinico, insiste sulle nicchie ecologiche e comunitarie della complessità sociale in cui viviamo, a partire dal piano territoriale e di comunità sognato e progettato dalla mente visionaria di Franco Basaglia.
Sogniamo dei centri non gestiti dai gangli del potere psichiatrico foucaultiano ma, come teorizzato e praticato da tante figure dalla metà del ‘900 legate da un filo rosso che potremmo definire “psicologia rivoluzionaria” (dallo stesso Basaglia, Roland Laing e David Cooper nel vecchio continente, a da teorici decoloniali quali i già citati Frantz Fanon, Martìn-Barò, Paulo Freire fuori dall’Europa), restituiti alle comunità oppresse in un percorso di liberazione dai vincoli violenti del capitalismo contemporaneo.
Sostenere tali esperienze di autogestione e mutualismo non significa forzatamente volerle integrare nel sistema pubblico, piuttosto rivendicare una trasformazione radicale degli impianti legislativi locali e nazionali e, conseguentemente, di accesso e stanziamento dei finanziamenti pubblici, facilitando la nascita di nuove forme di partecipazione sociale. Esperienze collettive dal basso che nella crisi non solo di finanziamenti dei servizi pubblici, ma di una complessiva crisi politica dello Stato all’interno del brutale progetto neoliberista, ci spingiamo a definire (contro)istituzioni alternative, fondate sull’autogestione e la cura della vita.

La salute mentale è un diritto, non un prodotto

Negli ultimi giorni la comunità delle psicologhe e degli psicologi si è trovata a discutere su un’operazione di marketing e pubblicità da parte della piattaforma di psicologia online UnoBravo. L’oggetto del dibattito era la scelta della piattaforma di offrire due sedute gratuite a chi acquistava un prodotto di una nota marca di prodotti per l’igiene personale.

La discussione intorno a questa scelta si è fatta subito molto accesa e ha avuto una risonanza importante sia sui social che all’interno degli ordini professionali.

Come gruppo, stiamo seguendo gli sviluppi di questa vicenda e ne abbiamo discusso, cercando di trarne alcune riflessioni che ci sembrano utili per la comunità sia di operatori che di pazienti. 

Da una parte, i professionisti denunciano una mancanza di “serietà” e “decoro” in queste pratiche commerciali. Dall’altra, alcunə sottolineano come le piattaforme online abbiano risposto a un bisogno della popolazione che non viene soddisfatto né dal sistema pubblico né individualmente dai professionisti. Altrə ancora, mettono in evidenza l’importanza di abbattere lo stigma della salute mentale e come queste campagne pubblicitarie di massa possano agevolare questo processo.

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IL PENSIERO DI FRANCO BASAGLIA E LA MEDICINA

di Rocco Canosa

L’operazione di Basaglia è un’operazione utopica. E perciò sarebbe errato considerare la chiusura dei manicomi, sancita dall’intervento a suo modo rivoluzionario della legge 180 del 1978, come il risultato maggiore dell’opera e delle intenzioni di Basaglia. Il cammino che Basaglia voleva avviare era un sommovimento della società e una rivisitazione dei rapporti sociali a partire dalla clinica psichiatrica, proprio quella clinica che a suo tempo era nata per tutelare la cattiva coscienza della società, la quale, per garantire la sua quiete e i rapporti di potere in essa vigenti, non aveva trovato di meglio che incaricare la clinica a fornire le giustificazioni scientifiche che rendessero ovvia e da tutti condivisa la reclusione dei folli entro mura ben cinte. Per rendere il suo servizio, la clinica ridusse la follia a malattia che, per essere curata, deve essere sottratta al mondo in cui essa ha origine che è poi il mondo della vita.
La chiusura dei manicomi non era lo scopo finale dell’operazione basagliana, ma il mezzo attraverso cui la società potesse fare i conti con le figure del disagio che la attraversano quali la miseria, l’indigenza, la tossicodipendenza, l’emarginazione e persino la delinquenza a cui la follia non di rado si imparenta. E come un tempo la clinica aveva messo il suo sapere al servizio di una società che non voleva occuparsi dei suoi disagi, Basaglia tenta l’operazione opposta, l’accettazione da parte della società di quella figura, da sempre inquietante, che è il diverso. Nelle Conferenze brasiliane Basaglia dà due definizioni di follia. La prima: “La follia è diversità, oppure aver paura della diversità”. La seconda: “La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’ essere”.

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Rete Mai più Lager – No ai CPR

La rete Mai più Lager – No ai CPR è stata fondata su iniziativa di diverse realtà antirazziste del territorio nel settembre 2018, alla notizia che a Milano sarebbe stato riaperto, con il nome di CPR – Centro di Permanenza per il Rimpatrio, l’ex CIE di via Corelli 28, già luogo di trattenimento in condizioni disumane e di deportazione di persone migranti prive di permesso di soggiorno solo in quanto tali, chiuso nel 2014 dalle proteste interne ed esterne. La rete organizza attività di(contro)informazione, sensibilizzazione e mobilitazione contro i CPR e la detenzione amministrativa più in generale e le deportazioni, quale paradigma delle politiche imperanti da decenni in materia di “sicurezza e immigrazione”, di impronta perennemente emergenziale, ispirate al razzismo istituzionale e alla repressione del diverso e del dissenso, che attentano alle libertà e ai diritti fondamentali non solo delle persone migranti, ma di tutte e tutti. La rete ha una sezione specifica (NoCPRsalute), composta da dottor* e psicolog* e student* in tali materie, dedicata al tema della patogenicità intrinseca dei luoghi della detenzione amministrativa (bit.ly/41QiPJD); e dedica particolare attenzione ed energie ai luoghi di formazione di ogni ordine e grado. Svolge attività quotidiana di divulgazione e informazione attraverso i suoi social, dando anche eco alle notizie e alle immagini e video che arrivano a questi ultimi, o attraverso il centralino SOS CPR Naga, dai trattenuti di via Corelli. Ha assistito l’ex senatore Gregorio de Falco in due lunghe ispezioni a sorpresa nel CPR di Milano nel 2021 e nel 2022 che hanno generato due report (“Delle pene senza delitti”: bit.ly/3zhxulw) e diversi esposti. Ha collaborato con NAGA ODV alla redazione del dossier “Al di là di quella porta – Un anno di osservazione dal buco della serratura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano”

La solidarietà in azione: guarire la nostra umanità ferita attraverso una mobilitazione globale

di Samah Jabr

Il Cavallo di Jenin

A tutte e tutti i coraggiosi manifestanti, offro queste parole di lode e di incoraggiamento:
Sappiate che il popolo della Palestina vi guarda, legge i vostri striscioni e ascolta i vostri slogan!
Commossi dalla vostra solidarietà, troviamo conforto e forza nel vostro sostegno. Le vostre azioni contribuiscono a rigenerare i nostri legami di comune umanità ferita dai regimi egemonici che perpetuano l’ingiustizia sulla Terra.
Come psichiatra palestinese, testimone della recente ondata di militanza studentesca nelle università degli Stati Uniti in solidarietà con la Palestina e osservando allo stesso tempo la reazione locale dei palestinesi, sono colpita dal profondo potenziale terapeutico insito in questi movimenti.
Mentre il popolo palestinese continua a sopportare le brutali realtà dell’occupazione, dell’apartheid e della violenza inflitta dallo Stato israeliano, il sostegno inflessibile dei giovani militanti del mondo intero è un soffio di vita che allevia il nostro strangolamento sotto un’oppressione israeliana senza precedenti.
La censura delle critiche contro il sionismo e lo Stato israeliano gestita come misura di sicurezza all’interno delle università americane è una manifestazione inquietante del silenziamento sistemico delle voci pro-giustizia e pro-palestinesi.
Di fronte a questa repressione, le azioni coraggiose degli studenti e delle studentesse della
Columbia che hanno eretto delle tende nel campus e chiesto il disinvestimento dalle imprese che beneficiano delle attività israeliane sono degli atti audaci di sfida. Malgrado gli arresti e le misure di repressione prese dagli amministratori dell’università, la loro resilienza ha innescato manifestazioni simili in tutto il Paese e all’estero, dove i governi si allineano alle politiche israeliane.
In questo contesto, la solidarietà degli studenti degli Stati Uniti verso i palestinesi non è soltanto una posizione politica, ma un imperativo morale, etico.
Si tratta di un rifiuto importante della complicità storica dei governi e dei media americani nel loro sostegno all’occupazione israeliana e alla sua violenza contro il popolo palestinese.
L’ingenuità, la passività, l’apatia e l’insensibilità dei comuni cittadini hanno da sempre contribuito alla nostra tragedia nazionale allo stesso modo della malvagità e perversità dei leader dei regimi colonialisti. Ma solidarizzando con i palestinesi questi studenti e queste studentesse sfidano la narrazione dell’oppressore e propongono una contro-narrazione fatta di empatia, di giustizia e di umanità.
Grazie alle loro energie, il loro idealismo, la loro empatia e la loro sete di giustizia, questi studenti e studentesse, i giovani in generale, hanno il potenziale per costituire una bussola morale per qualsiasi nazione.
Il loro attivismo per la Palestina riflette un impegno per i valori universali dei diritti dell’uomo, della dignità e dell’uguaglianza. Inoltre, la loro volontà di sfidare le strutture di potere esistenti testimonia una profonda comprensione dell’interconnessione delle lotte globali contro l’ingiustizia.
Non si insisterà mai abbastanza sugli effetti terapeutici della solidarietà internazionale per i
palestinesi. Per un popolo che ha sopportato decenni di sfollamento forzato, espropriazione e violenza, la consapevolezza di non essere solo nella sua lotta è fonte di conforto e di
incoraggiamento.
Questo riafferma la nostra umanità di fronte alla disumanizzazione e offre un barlume di speranza per un futuro libero dall’oppressione.

Come psichiatra, io credo nel potere curativo della solidarietà. I suoi benefici sono reciproci,
arricchendo sia chi dà sia chi riceve.
Solidarizzando con i palestinesi gli studenti e le studentesse universitari e gli attivisti non soltanto difendono la giustizia, ma si impegnano allo stesso tempo in una guarigione collettiva dal senso di colpa e dall’impotenza legate al trauma vicario [inteso come esposizione indiretta a un evento traumatico che colpisce altri.
Le loro azioni incarnano i principi di empatia, di compassione e di riconoscimento che sono
essenziali per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico. Spero che la loro solidarietà
continui a svilupparsi, al di là delle frontiere e delle barriere, fino al giorno in cui la Palestina sarà libera e la giustizia sarà realizzata per tutti.

30 aprile 2024, pubblicato su www.chroniquepalestine.com in inglese e in francese
Trad. it. dal fr. di Maria Rita Prette (Sensibili alle foglie).